Quando si parla di Principe di Galles in ambito sartoriale non ci si riferisce all’erede al trono della famiglia reale inglese, ma all’eleganza di un tessuto cult, immancabile nel guardaroba di chiunque, uomini e donne.
La correlazione con la casata Windsor esiste. Il termine, infatti, identifica il disegno di un tessuto reso famoso da Edoardo, principe di Galles, il futuro re Edoardo VIII che abdicò per sposare la divorziata e borghese Wally Simpson; in realtà ben prima di lui, ai tempi di Edoardo VII, questo tessuto veniva utilizzato per i completi degli eredi al trono inglese e per gli abiti sportivi del re.
Risalendo ancora più indietro nella storia della Gran Bretagna, scopriamo che l’antico uso di questo tessuto era legato ai possidenti inglesi che, stabilitisi in Scozia, non potevano usare i tessuti con i disegni dei clan locali e quindi decisero di ricorrere a questo tipo di quadrettato fantasia per gli abiti dei propri dipendenti.
Il Principe di Galles è realizzato sul Saxony, tessuto di lana cardata o pettinata che prende il nome dalla Sassonia, da cui proviene; l’armatura è a batavia (il dritto uguale al rovescio, effetto diagonale e stoffa flessibile) e riproduce grosse finestre quadrate all’interno delle quali si alternano fantasie quadrettate e pied de poule.
Un abito realizzato in Principe di Galles, tessuto conosciuto anche come Glen plaid, può essere sfoggiato sia nelle giornate dal clima rigido sia in quelle calde e assolate, per un incontro d’affari come per un pranzo informale.
La particolarità di questo tessuto è dare un tocco dandy allo stile di chi lo indossa. L’unico accorgimento che ci permettiamo di suggerire è di prestare sempre particolare attenzione al taglio dell’abito, prediligendo un abito sartoriale, evitando tinte eccessive per non rischiare di rendere il capo (e chi lo indossa) ridicolo.
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