La New York Fashion Week, giunta alla sua quinta edizione maschile, è iniziata il 10 luglio e si è conclusa giovedì 13 luglio tra assenze importanti e nuovi nomi da tenere d’occhio. Ecco come è andata.
Gli stilisti emergenti finalisti del ‘Woolmark US Prize 2017-18’, Palmiers du Mal, Dyne, Death to Tennis, Kenneth Ning e N-p-Elliott, hanno avuto l’opportunità di mostrare ai buyer e a un pubblico di celebrities (Jake Gyllenhaal, Julianne Moore e molti sportivi dell’NBA) le proprie collezioni, mentre il finalista del ‘CFDA/Vogue Fashion Fund 2016’, Rochambeau, ha potuto chiudere la stagione per la prima volta.
Le collezioni viste quest’anno sono state studiate dagli stilisti attorno a specifici concept che riprendevano uno stile sartoriale classico o decostruito, mai noioso e tendente al tecnico. Lo sportswear, infatti, dopo essere stato protagonista del Pitti Uomo 92 e delle sfilate di Milano, è sbarcato anche nella Grande Mela. Si sono visti sfilare molti completi e blazer reinterpretati in chiave sportiva e futuristica, in un mix di classicità e innovazione, segno che i giovani talenti della moda statunitense stanno andando nella stessa (giusta) direzione.
Tra i big, Hugo Boss ha presentato la collezione primavera/estate 2018 sulle passerelle di New Yorkfacendo sfilare un uomo contemporaneo, grintoso ma sofisticato, come si può evincere dai soprabiti color ghiaccio e panna e dai giubbetti rosso Ferrari (colore che sarà predominante per la P/E 18).
La New York Fashion Week ha messo in mostra molte proposte interessanti, ma ha risentito della programmazione al centro dell’estate. Infatti, molti stilisti hanno dato forfait e ciò ha influito negativamente in termini di pubblico e risonanza dell’evento, nonostante le sponsorizzazioni di The New York Times e Cadillac tra gli altri.
New York deve forse capire ancora le potenzialità che un evento come la Fashion Week: men’s può portare all’intera città, cosa che già accade con la settimana della moda femminile di settembre.